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NEGOZIO + LABORATORIO
DI ARTIGIANATO RESPONSABILE E FEMMINISTA
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LA STORIA DEL RICAMO
The subversive stitch
Il ricamo ha una storia millenaria che si intreccia con la cultura e le tradizioni di diverse civiltà. Tuttavia, se lo si guarda da una prospettiva di genere, emerge un panorama complesso che rivela come quest'arte sia stata storicamente associata principalmente al femminile, sia nei contesti domestici che professionali, e come il suo ruolo sia stato influenzato dai cambiamenti sociali e culturali.
Nel corso dei secoli, il ricamo è stato visto come un'attività domestica, spesso relegata all'ambito privato delle case, dove le donne erano le principali artefici. La sua pratica era spesso considerata una "virtù" femminile, un simbolo di dedizione, pazienza e abilità manuale. In epoche passate, il ricamo non era solo un'arte decorativa, ma un mezzo attraverso il quale le donne potevano esprimere la propria creatività, ma anche un modo per conformarsi alle aspettative sociali di comportamento, mettendo in mostra la propria educazione e il proprio status.
In molte culture, l'apprendimento del ricamo era una delle prime competenze che venivano trasmesse alle giovani ragazze. La formazione nel ricamo aveva un valore educativo e simbolico, perché rappresentava il passaggio dalla fanciullezza all'età adulta e dal contesto familiare alla dimensione matrimoniale. Le donne imparavano a ricamare non solo per contribuire alla bellezza e al benessere della propria casa, ma anche per creare oggetti di valore da portare in dote. Il ricamo, quindi, non solo decorava la vita quotidiana, ma diveniva anche una forma di preparazione al ruolo sociale che la donna avrebbe ricoperto.
Nonostante la predominanza femminile in quest'arte, il ricamo è stato anche un terreno di lotta, un campo in cui le donne hanno cercato di esprimere la loro individualità e resistere a norme opprimenti. Molto spesso, infatti, le donne hanno utilizzato il ricamo come forma di comunicazione silenziosa, inserendo nei loro lavori messaggi nascosti o simboli di ribellione, sfidando così i confini imposti dalla società patriarcale. In molte culture, il ricamo ha permesso alle donne di preservare una certa forma di autonomia, pur restando all'interno dei limiti imposti dalla loro condizione di subalternità.
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Con il tempo, soprattutto con l’avvento della rivoluzione industriale e l’introduzione delle macchine, la produzione di oggetti ricamati è passata dalla sfera domestica a quella industriale, con conseguente dequalificazione del lavoro del ricamo. In questo periodo, le donne hanno continuato a essere le principali lavoratrici in questo settore, ma in un contesto dove il lavoro era meno creativo e più meccanico, segnando una trasformazione del ricamo da arte a lavoro di produzione.
Nel XX secolo, con la diffusione del femminismo e la crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il ricamo ha iniziato a essere visto sotto una luce diversa. Ha cessato di essere esclusivamente un simbolo di subordini e di isolamento, diventando, in alcune circostanze, un mezzo di espressione artistica e una forma di attivismo. Molte donne hanno iniziato a usare il ricamo per trattare temi sociali, politici e di genere, rivalutando quest'arte come una pratica di liberazione.
Oggi, sebbene il ricamo non sia più esclusivamente femminile, continua a essere una pratica che conserva forti connotazioni di genere. Le donne, in particolare, continuano a riappropriarsi di questa tradizione, utilizzandola come mezzo per affrontare le questioni di identità, di corpo e di lotta contro gli stereotipi di genere. Il ricamo diventa così un linguaggio attraverso il quale le donne possono raccontare storie di resistenza e di empowerment, ridisegnando un'arte che ha radici profonde nella storia della condizione femminile, ma che guarda anche a un futuro di inclusività e cambiamento